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Pubblicato il 25 ottobre 2025 — di Giorgio Colari

Un trimestre difficile per il marchio di Zuffenhausen

Il terzo trimestre del 2025 segna un punto di svolta negativo per Porsche, che deve affrontare la fase più complessa della sua storia recente.
La casa automobilistica tedesca ha registrato una perdita operativa di 967 milioni di euro, un dato che contrasta nettamente con l’utile di 974 milioni ottenuto nello stesso periodo del 2024.
Anche i ricavi calano: 26,86 miliardi contro i 28,56 dell’anno precedente. Il margine operativo crolla allo 0,2%, rispetto al 14,1% del 2024, segnalando una crisi di redditività senza precedenti.

Vendite in picchiata, soprattutto in Cina

Le vendite globali scendono del 6%, attestandosi a 212.509 unità. Ma il dato più allarmante arriva dal mercato cinese, dove Porsche registra un calo del 25,6%, fermandosi a 32.195 consegne.
Un crollo che riflette le difficoltà del segmento lusso nel mercato asiatico, sempre più competitivo e instabile.
In controtendenza, il Nord America mostra segnali positivi con un +4,8% e 64.446 unità vendute, confermandosi come area strategica per il marchio.

Dazi e costi straordinari pesano sui conti

A peggiorare il bilancio 2025 contribuiscono i dazi imposti dagli Stati Uniti sulle auto europee, costati circa 500 milioni di euro al gruppo.
Porsche ha inoltre sostenuto oneri straordinari per 3,1 miliardi, legati alla revisione della strategia industriale e alla decisione di posticipare la transizione elettrica.
Il costruttore intende prolungare la vita dei motori termici e ibridi plug-in, rinviando la nuova piattaforma elettrica al prossimo decennio.

Il cambio al vertice e le prospettive future

Il CFO Jochen Breckner ha definito il 2025 “l’anno più difficile” della recente storia del marchio, indicando il 2026 come l’inizio della ripresa.
Dal 1° gennaio 2026 Michael Leiters subentrerà a Oliver Blume come nuovo CEO, portando con sé una visione più pragmatica e una possibile ristrutturazione dei piani futuri.
Gli analisti vedono nella mossa una scelta di realismo, ma temono che il ritardo nella strategia elettrica possa far perdere a Porsche terreno rispetto ai concorrenti più aggressivi nel segmento EV.

Un bilancio in chiaroscuro

Nonostante le difficoltà, Porsche può contare su un flusso di cassa industriale in crescita (1,34 miliardi contro 1,24 del 2024), una base che consente di sostenere gli investimenti futuri.
Il mercato, tuttavia, resta scettico: gli investitori chiedono chiarezza sul piano di medio-lungo termine e sulla capacità del brand di mantenere la leadership tecnologica.
Il 2026 sarà quindi un anno cruciale per Porsche, chiamata a dimostrare di poter tornare protagonista nel settore premium, bilanciando tradizione e innovazione.