Mini: un periodo di grande attività
In casa Mini, non c’è tempo per rilassarsi. Dopo aver lanciato in rapida successione la nuova generazione della Countryman, più grande che mai, e la compatta Cooper, ora è il momento di accogliere la Aceman sulle strade italiane. Si tratta di una crossover compatta, con dimensioni di 407 cm di lunghezza, 175 di larghezza e 150 di altezza, che si posiziona idealmente tra i due modelli appena citati. Ma c’è un dettaglio fondamentale da non dimenticare: la Aceman è esclusivamente elettrica, almeno per il momento.

Mini Aceman SE Favoured: la scelta equilibrata
Quattro allestimenti per ogni esigenza
La gamma della Aceman comprende quattro allestimenti: Essential, Classic, Favoured e JCW (acronimo di John Cooper Works, ben noto agli appassionati del marchio). È importante precisare che la sigla JCW non identifica più solo versioni ad alte prestazioni: ora può essere associata anche ai modelli base E (184 CV) e SE (218 CV). Tuttavia, la vera Aceman John Cooper Works è la eJCW da 258 CV, che non è la protagonista di questa prova. Qui, infatti, ci concentriamo sulla SE Favoured, scelta ideale per chi cerca una seconda auto o un mezzo pratico per la città.
Stile: l’inconfondibile firma Mini
Esteticamente, la Aceman è immediatamente riconoscibile. Sebbene le sue linee siano state semplificate, mantiene il classico “family feeling” della gamma Mini. Tra i tratti distintivi spiccano la forma geometrica dei fari, la mascherina sigillata con cornice ben delineata, le barre sul tetto e le protezioni in plastica per la parte inferiore della carrozzeria. La personalizzazione, da sempre un punto di forza del marchio, è ampiamente possibile, sia al momento dell’acquisto che in seguito, ad esempio cambiando la firma luminosa in base al proprio umore.
Interni: semplicità e raffinatezza
L’abitacolo è fedele alla tradizione Mini: linee minimaliste e un look pulito. La plancia è rivestita in tessuto, un dettaglio che dona un tocco ricercato e fa dimenticare alcune plastiche economiche, seppur ben assemblate. L’ispirazione deriva dal design originale degli Anni ’50 firmato da Alec Issigonis, con al centro un display OLED tondo da 24 cm di diametro. Questo touchscreen funziona in modo simile a uno smartphone, con grafiche colorate e intuitive, anche se non sempre perfettamente leggibili.
Funzionalità e praticità
Se il touchscreen può richiedere un po’ di pratica per trovare rapidamente le informazioni, ci sono soluzioni utili come l’head-up display e i comandi vocali. Inoltre, la consolle centrale offre alcuni tasti fisici, tra cui quelli per il freno a mano, il selettore del cambio, l’avviamento e il comando delle modalità di guida Experiences, che arricchiscono l’atmosfera interna con giochi di luci e schermate dedicate.
Spazi ottimizzati e comfort variabile
La posizione di guida, più alta rispetto alle prime Mini, offre una buona visuale frontale, anche se la visibilità posteriore è limitata dalle superfici vetrate ridotte. Sensori e telecamere aiutano nelle manovre. Gli spazi interni sono sfruttati bene in relazione alle dimensioni compatte: i sedili posteriori sono comodi per due passeggeri, meno per tre. Il bagagliaio ha una capacità standard di 300 litri, espandibile a oltre 1.000 abbattendo i sedili posteriori.
Dinamica di guida: tra comfort e sportività
Su strada, la Aceman offre un comportamento stabile ma con sospensioni piuttosto rigide, necessarie per garantire il tipico go-kart feeling di Mini, nonostante il peso di 1,7 tonnellate. La vettura si comporta bene nei percorsi misti, ma non è una sportiva pura, e una taratura più morbida avrebbe migliorato il comfort sui fondi sconnessi. Le prestazioni del powertrain sono brillanti: la SE scatta da 0 a 100 km/h in 7,1 secondi, mentre la eJCW migliora di poco, fermandosi a 6,4 secondi.
Sul fronte dell’autonomia, conviene guidare con moderazione per ottimizzare i consumi, dato che la ricarica arriva a 11 kW in corrente alternata e a 95 kW in corrente continua, valori discreti ma non eccezionali.