Nei primi anni del ‘900, i telai delle Rolls-Royce erano progettati per garantire una base solida e robusta, sulla quale i clienti potevano far realizzare carrozzerie personalizzate. Negli anni ’60, il marchio ha iniziato a produrre veicoli con carrozzeria autoportante, ma la Phantom VI, introdotta nel 1968, è stata l’ultima Rolls-Royce a seguire la tradizione del telaio separato.
Questa vettura rappresenta sia il punto più alto che la conclusione di un’epoca, fino a quando, più di vent’anni dopo, Rolls-Royce ha presentato un’esclusiva coupé su richiesta di un facoltoso e anonimo cliente: la Sweptail (ma questa è un’altra storia).
L’eccellenza del lusso, dell’eleganza e dell’artigianato
I clienti della Phantom V potevano scegliere tra quattro rinomati carrozzieri: H. J. Mulliner, Park Ward, Hoopers e James Young.
Nel 1961, con la chiusura di Hoopers e James Young, Rolls-Royce acquisisce gli altri due, fondendo le competenze nella nuova divisione H. J. Mulliner Park Ward, che diventa il fornitore esclusivo per la Phantom VI. Oggi, il nome H. J. Mulliner è legato principalmente a Bentley, mentre Park Ward rimane solo nella storia dell’automobilismo.
Come tutti i modelli Rolls-Royce, anche la Phantom VI subisce diverse evoluzioni nel corso degli anni. Tra le principali modifiche troviamo un più potente motore V8 da 6,75 litri, una trasmissione automatica a tre marce (che sostituisce quella a quattro marce della Silver Cloud) e un impianto frenante avanzato con alta pressione idraulica e due cilindri principali.
Rolls-Royce Phantom VI e la sicurezza
Con l’evoluzione delle normative di sicurezza, la Phantom VI viene dotata di:
- Porte ad apertura in avanti con serrature rinforzate
- Maniglie a filo per una maggiore aerodinamicità e sicurezza
- Volante collassabile in caso di urto
I nuovi standard dell’epoca prevedono anche severi crash test, e il prototipo PRH1500 affronta la prova più dura: un impatto a 48 km/h contro un blocco di cemento da 100 tonnellate, superando il test senza difficoltà.
Un’auto al servizio della famiglia reale britannica
Della Phantom VI vengono realizzati sette esemplari blindati, noti come “Special Limousines Alpha”. Esternamente appaiono come versioni standard, ma sono dotate di vetri spessi 5 mm e una blindatura di 7 mm, che protegge l’abitacolo posteriore da proiettili e ordigni esplosivi (l’autista, invece, non gode di particolari protezioni).
La Phantom VI è anche l’ultima Rolls-Royce disponibile nelle varianti Sedanca de Ville e Landaulette. Quest’ultima viene scelta in Inghilterra dalla Regina Madre, Elisabetta Bowes-Lyon, poiché consente di aprire il tetto solo sopra i sedili posteriori, mantenendo l’autista e la parte anteriore dell’auto al riparo.
Anche sua figlia, la Regina Elisabetta II, possiede due Phantom VI:
- “Oil Barrel”, con il tetto rialzato di 13 cm e una cupola posteriore in plexiglass, sostituibile con una versione in alluminio nero per garantire la privacy.
- “Lady Norfolk”, consegnata nel luglio 1987, con altezza del tetto normale.
Entrambe le vetture fanno ancora parte della flotta reale presso i Royal Mews, il complesso di Buckingham Palace dedicato alla gestione dei mezzi di trasporto reali.
Gli ultimi anni della Phantom VI
Le difficoltà nel reperire componenti per il telaio e la carrozzeria, derivanti dalla Silver Cloud, portano alla fine della produzione della Phantom VI. L’ultimo esemplare commissionato viene consegnato nel maggio 1991 e, tra le sue 117 caratteristiche speciali, spicca una ciotola di frutta in argento massiccio, fissata con magneti nascosti dietro la parete divisoria.
Durante i 23 anni della sua produzione, vengono realizzati solo 374 esemplari della Phantom VI. L’ultimo modello completato, una Landaulette nera e rossa, sarebbe dovuto restare nella collezione Rolls-Royce, ma nel 1993 la Casa è costretta a venderlo a causa della recessione economica.