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Tra dichiarazioni ufficiali e indiscrezioni, il futuro di Alfa Romeo oscilla fra una gamma compatta e sportiva e l’opzione di ampliare l’offerta con un terzo modello su base STLA Large. In gioco non c’è solo la coerenza col DNA del marchio, ma anche la capacità di presidiare segmenti ad alto margine nei mercati globali.

Il contesto: identità di marca vs. esigenze di mercato

Negli ultimi mesi il CEO del brand, Santo Ficili, ha ribadito una linea netta: niente “maxi” vetture fuori dal perimetro sportivo e compatto che ha reso celebre Alfa Romeo. Una posizione coerente con l’eredità del Biscione, ma che cozza con passate aperture verso un SUV di segmento E per gli USA e con le esigenze di redditività richieste dal gruppo.

Parallelamente, indiscrezioni interne a Stellantis attribuite al nuovo CEO Antonio Filosa ipotizzano una gamma ridotta a quattro pilastri: Junior, Tonale, Giulia e Stelvio. Un perimetro più snello aiuterebbe focus e margini, ma lascerebbe scoperto lo spazio tra 4,2 e 4,8 metri, fascia molto contesa in Europa, Stati Uniti e Cina.

La variabile STLA Large: non solo “grande”

Qui entra in scena STLA Large, l’architettura modulare per veicoli elettrificati/EV di taglia medio-grande. Le voci su un terzo modello Alfa Romeo basato su questa piattaforma non puntano per forza a un “gigante”: l’idea sarebbe un SUV/crossover intermedio capace di:

  • colmare il gap tra compatte e D-SUV;

  • offrire autonomia e tecnologie di ultima generazione;

  • restare fedele a sportività, peso contenuto e guidabilità tipiche del marchio.

In pratica: sfruttare la modularità per “tagliare” un’auto più Alfa che full-size, con proporzioni e dinamica in linea con l’identità storica.

Pro e contro delle due strade

Gamma snella (Junior, Tonale, Giulia, Stelvio)

  • Vantaggi: posizionamento chiaro; costi industriali e complessità ridotti; focus su modelli a margine elevato.

  • Rischi: spazio di mercato scoperto tra 4,2–4,8 m; minore copertura di gusti e aree geografiche; possibile perdita di rilevanza globale.

Terzo modello su STLA Large (taglia intermedia)

  • Vantaggi: presidio dei segmenti più redditizi; versatilità di powertrain (ibrido/BEV); possibilità di design e setting dinamici “alla Alfa”.

  • Rischi: investimenti maggiori; rischio sovrapposizioni con altri brand Stellantis; necessità di garantire leggerezza e handling per non snaturare il DNA.

La chiave tecnica: modularità “intelligente”

La vera discriminante è come usare STLA Large. Un approccio “intelligente” potrebbe combinare:

  • dimensioni contenute per il segmento di riferimento (niente maxi-ingombri);

  • riduzione pesi (materiali e componentistica mirata);

  • telaio e assetto tarati per reattività;

  • elettrificazione orientata a prestazioni reali (erogazione, raffreddamento, gestione batterie).

Così, Alfa Romeo potrebbe restare Alfa pur coprendo uno spazio di mercato oggi strategico.

Cosa attendersi dal prossimo piano industriale

La risposta arriverà con il nuovo piano Stellantis, che dovrà chiarire:

  • priorità d’investimento sui singoli brand;

  • roadmap di elettrificazione e powertrain;

  • posizionamento di Alfa Romeo all’interno del portafoglio;

  • ampiezza gamma e tempistiche del presunto terzo modello STLA Large.

Conclusione

Fra coerenza identitaria e sostenibilità economica, Alfa Romeo è a un bivio. Una gamma “corta” rafforza il brand ma rischia di lasciare scoperto un segmento caldo. Un terzo modello intermedio su STLA Large, progettato con attenzione a dinamica e peso, può essere la “terza via”: allargare la coperta senza snaturare il Biscione.