Il settore automobilistico europeo potrebbe subire perdite per circa 500 milioni di euro
I dazi imposti dagli Stati Uniti all’Unione Europea dall’amministrazione Trump rischiano di avere un impatto significativo sull’economia europea. Secondo le stime del Centro Studi di Conflavoro, l’applicazione di tariffe del 20% (e del 25% per il settore auto) sulle esportazioni europee verso gli USA comporterebbe una riduzione dello 0,1% del PIL, un calo dell’export pari a circa 2 miliardi di euro e la messa a rischio di 30.000 posti di lavoro.
Capobianco: “Possibile crisi occupazionale interna”
Roberto Capobianco, presidente di Conflavoro, ha lanciato l’allarme: “Il rallentamento nei settori più colpiti può avere effetti a catena su tutto l’indotto, colpendo imprese, famiglie e consumi. Il rischio concreto è che una scelta di politica commerciale si trasformi in una crisi occupazionale interna, aggravata dal fatto che il nostro sistema non è in grado di riconvertire rapidamente la forza lavoro”.
“È fondamentale – prosegue Capobianco – costruire un fronte compatto tra governo, imprese e parti sociali, per rispondere con decisione alla politica protezionistica di Trump. Bisogna puntare al dialogo con gli Stati Uniti dove possibile, ma anche difendere con forza la competitività del nostro sistema produttivo e la qualità del Made in Italy. Ottimo, quindi, l’intervento immediato della presidente Meloni, che ha annunciato la convocazione di un Tavolo con le associazioni di categoria a Palazzo Chigi. In quella sede porteremo la voce e le preoccupazioni delle nostre PMI”.
Settore automotive: previsti 4.000 posti di lavoro in meno
Secondo il Centro Studi di Conflavoro, diretto da Sandro Susini, l’automotive è uno dei comparti più colpiti dai nuovi dazi, secondo solo all’agroalimentare. Per l’industria automobilistica europea si stima una perdita economica di circa 500 milioni di euro, con il possibile taglio di circa 4.000 posti di lavoro.